Saputo emette una nota sorprendente mentre i suoi sostenitori aprono gli occhi. Sul mercato in arrivo scarti ed elemosina Fu l'ammiraglio Donitz a firmare la resa incondizionata della Germania ex nazista. Hitler si era suicidato nel bunker berlinese a fine aprile '45. Il Reich non pose condizioni né poteva farlo. Aveva perso e basta.Un parallelo tra l'epilogo tragico della Seconda Guerra Mondiale e le vicende rossoblu è indubbiamente molto ardito. Ma è francamente irritante la richiesta degli "sconfitti", cioè dei saputiani, di una resa bilaterale e la conseguente deposizione delle armi. Si pretende, non si sa sulla base di quale legittimità, di azzerare anni di insulti, aggressioni verbali, e i maigoduti, e "we are one", messa al confino (un onore: è toccato a Pertini, Spinelli, Amendola, Nenni, Terracini) sulla base del "siamo poi tutti rossoblu". Adesso vale perché vi fa comodo, prima nisba perché vi sentivate forti. Direbbe Mara Maionchi " per me è no ". E mi auguro che nessuno di quelli che hanno tenuto la barra dritta cali le braghe. Poi c'è la variante del "cosa avrebbe fatto Zanetti" ma questa manco la conto; è un parallelo impossibile non solo perché per dire a uno che fa male (Saputo) non ho bisogno di confrontarlo con nessuno, guardo i numeri e basta, ma perché Zanetti è stato rifiutato due volte dalla città calcistica plaudente. Prima sulla spinta di Guaraldi, Scapoli e amici, poi con la regia di Guaraldi e la sbornia per lo sbarco dei marines nordamericani. Il resto son chiacchiere. La città ha cercato di stabilire una impossibile linea di continuità tra l'ottimismo tacopiniano e lo sfuggente realismo del Chairman, ma ciò è lontano nel tempo: ora prevale la disillusione per un arretramento evidente nel rendimento agonistico. Già latente, questa tendenza è esplosa quest'anno. Ci hanno messo molto, i gruppi organizzati, di cui va se non elogiata almeno compresa la pazienza (prolungarla sarebbe stato autolesionistico), a dissociarsi. Da domenica in avanti persino i prudenti, gli attendisti e i democristiani hanno rotto le cateratte. Il dito è puntato verso gli "ex" Fenucci, Bigon e Di Vaio, in attesa di far diventare un ex anche Joey Saputo, se non cambia registro (difficile). Cercasi tifoso che vada a Casteldebole a provocare una reazione dei succitati come capitò a Donadoni, poco furbo dal cascare a piedi pari nell'evidente trappolone generato dal fuoco amico. Poi è chiaro che una ipotesi di richiamo lo stuzzica poco, conosce l'ambiente. Il punto è che anche altri allenatori sono perplessi, gli hanno parlato dell'ambiente. Il comunicato di lunedì sera è sorprendente ma non spiazzante. In fondo sono anni che non spende sulla squadra e personalmente dubito fortemente che lo faccia a gennaio. Aspettiamoci qualche prestito raccattato come elemosina dalle grandi. Sì, c'è una generica presa di distanze dal management fatta apposta per tacitare la piazza, ma qui invoco l'assessore Cangini e il suo iconico "fatti, non pugnette". A me sembra un tentativo di prendere tempo per vedere se è la Divina Provvidenza a provvedere, appunto. Temo, ho proprio paura, che restino solo macerie. Già sono visibili nel rapporto tra la gente che, in teoria, tifa la stessa squadra. Ma è la squadra stessa ad avere, vista la situazione, poco futuro. Ho 61 anni, mi dispiacerebbe.
Calciomercato Bologna, due difensori sul taccuino di Sabatini
La Fortitudo sfiora quota 100 e torna al successo: dominata la Baltur Cento

💬 Commenti