Il Torino, nonostante la sconfitta nei minuti finale grazie al gol di Dzeko, se l'è giocata alla pari con la Roma per lunghi tratti. Positivo il centrocampo, Iago Falque il migliore. Rimandati Belotti e la difesa

-di Alberto Gervasi-

La gioia del gol del momentaneo vantaggio, il giudizio insindacabile del Var, e poi un gol subìto ai titoli di coda, che brucia, e fa male. Il Torino, nella gara di esordio in campionato contro la Roma, può dire di aver vissuto praticamente tutto. La sconfitta sul filo di lana ad opera dei giallorossi, non cancella quanto di buono fatto vedere dall’undici di Mazzarri che, per lunghi tratti di gara, ha giocato alla pari dell’avversario, pur senza tenere il pallino del gioco. È mancata solamente la stoccata finale, complice un Belotti avvezzo al sacrificio ma poco lucido quando c’era da concludere. Bene Iago Falque, bravo a puntare volta per volta il dirimpettaio Kolarov e a costringerlo spesso sulla difensiva. Se il serbo non ha spinto come di solito, il merito è dello spagnolo in maglia granata, per distacco il migliore dei suoi, nonostante le (insistenti) voci di mercato. La squalifica di Ansaldi e l’infortunio di De Silvestri hanno privato Mazzarri di due pedine importanti nello scacchiere, ma il debuttante Aina non è dispiaciuto e l’impressione è quella che, settimana dopo settimana, si potrà migliorare. Nel 3-5-2 del tecnico del Toro, come detto, Belotti è rimasto isolato in diverse circostanze: lo stesso leitmotiv dello scorso anno, che probabilmente si riuscirà a invertire con l’inserimento fra i titolari di Soriano, fresco di firma coi granata e gettato nella mischia negli ultimi minuti della gara di ieri. Il classe 1991, grazie all’attitudine a inserirsi, è stata una presenza continua in fase offensiva, quando la Roma doveva difendere il vantaggio frutto della perla di Dzeko.Il tuttofare Meité è riuscito a contenere Pastore, non incisivo in partita, mentre Rincon ha garantito la solita dose di muscoli. Tatticamente, da segnalare anche la posizione di Berenguer, largo a sinistra nel quintetto di centrocampo, bravo a coprire ma altrettanto disponibile a spingersi in avanti e formare un tridente offensivo con Belotti e Iago. La Roma ha quasi sempre attaccato per vie centrali, passando da Pastore per raggiungere Dzeko, vincitore del duello con N’Koulou, non troppo a suo agio in posizione di centrale puro di difesa. Col trascorrere dei minuti la distanza fra difesa e centrocampo è aumentata e i romanisti hanno preso il sopravvento, soprattutto con l’ingresso di Cristante, abituato a galleggiare fra le linee. Sul gol di Dzeko, lo stesso camerunense ha pagato lo scarto di età e di velocità con il funambolo Kluivert, non riuscendo a chiuderlo sul fondo. La Roma, oltre che per il gol nel finale, ha vinto anche nelle sfumature: i passaggi a buon fine dei giallorossi sono stati una volta e mezza superiori a quelli dei granata, idem i tiri in porta, circa tre volte superiori (5 contro 13, 8 contro 16 nel totale). Mazzarri, nonostante la sconfitta, può dirsi soddisfatto di quanto visto, in attesa di inserire i nuovi acquisti e continuare nel processo di amalgama della rosa. La settimana sarà completamente dedicata a questo, con la testa al prossimo impegno, domenica prossima, in casa dell’Inter, in una gara che a entrambi non consentirà di sbagliare. Il Toro è avvisato.
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