Massimo Terracina racconta i suoi incontri con i grandi campioni dello sport. In Val Gardena con Peter Runggaldier Il Sud Tirolo (o Alto Adige che dir si voglia) è molto attivo nella promozione del proprio patrimonio montano, sia estivo che invernale. In quest’ottica, per farne un reportage, mi sono trovato a fare il giro delle tre “nere” di coppa del mondo FIS, a Plan De Corones (Erta), Alta Badia (Gran Risa) e Val Gardena (Saslong) e l’ IDM Südtirol - Alto Adige (https://www.idm-suedtirol.com/it/home.html) che gentilmente mi ha mostrato le gioie del territorio mi ha riservato una fantastica sorpresa: una bella sciata con Peter Runggaldier.Ve lo ricordate? Erano gli anni ’90 che per noi di Bologna significano, nello sci, l’era di Alberto Tomba. Lui correva in velocità, libera e super G e faceva parte di quella “Italjet”, assieme a Ghedina, Peratoner, Vitalini, che rappresentava un vanto dell’Italia della velocità su sci, che si piazzava meglio dei grandi Svizzeri e Austriaci. Ci vediamo al rifugio a metà fra Alta Badia e Valgardena e prima di qualunque cosa ci presentiamo di fronte d un buon piatto di pasta…il carboidrato leggero non può mancare per sostenerti le gambe! Accompagnati dalle ragazze delle PR del Sudtirolo Elisabeth e Christine, quel che posso dire è che Peter appare un buontempone, allegro, sorridente, con un sacco di storie da raccontare…anche perché ne ha viste delle belle nella sua carriera il cui picco fu, dopo una leggendaria medaglia d’argento in libera al trofeo Topolino, fucina di grandi campioni a 12 anni, nel 1980, una coppa del mondo di Super G (1994/’95) primo italiano e, ai Mondiali di Saalbach-Hinterglemm nel 1991, l’argento nella discesa. «Che anni belli, ricordi indelebili di un circo bianco davvero interessante - narra sorseggiando una birretta Peter, tutt’ora circondato dall’affetto dei suoi estimatori e conterranei - eravamo una bella squadra e ci tengo a dire che, pur gareggiando per conto nostro, la costante messe di risultati che inanellavamo in combinate e gare singole ha anche aiutato il grande Alberto Tomba nelle sue imprese perché portavamo via punti preziosi agli antagonisti». Runngaldier è ancora in contatto con molti sciatori leggendari, uno su tutti Franz “Kaiser” Klammer, con cui condivide eventi e momenti ludici e una vecchia amicizia.«Il mio “dopo nazionale” è stato far diventare un business lo sci - prosegue Peter - ho fatto il direttore della Scuola di Sci, (chi raggiunge questi livelli è maestro d’ufficio n.d.r.) e poi mi sono dedicato a sciare con aziende, come per esempio assumendo la direzione agonistica del Porsche ski club». E poi altri sport…tanto per rimanere in allenamento, come la bicicletta. Parlando di carriera ci dice ancora: «Dietro al rimpianto di non essere mai riuscito a conquistare una vittoria in discesa libera c’è un altro piccolo cruccio: quello di non essere mai riuscito a brillare nella mia valle. Io non avevo il fisico e la pesantezza giusta per emergere su certi percorsi e oltre i cento all’ora non sempre la tecnica basta. Ma, ripeto, della mia carriera non mi lamento». E su questa positività, in una gloriosa giornata di sole siamo tornati in pista. Abbiamo fatto un paio di clip filmate per promuovere il territorio e allora, tanto per ridere gli ho detto: “vienimi dietro se sei capace”…indovinate come è finita? [video width="640" height="352" mp4="https://www.ilpallonegonfiato.com/wp-content/uploads/2019/02/WhatsApp-Video-2019-02-06-at-18.46.27.mp4"][/video]
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