Diciotto vittorie, tredici pareggi: questo il bilancio fortunato del Milan contro il Verona a San Siro in serie A. I gialloblu non hanno mai vinto in casa dei rossoneri, e non ci riescono nemmeno stavolta: un Milan decisamente meno brillante della partita di martedì contro il Newcastle, piega la squadra di Baroni grazie al suo pupillo, Rafa Leao.

Su Milano si abbatte un diluvio universale che costringe l'arbitro Maresca a rinviare di 25 minuti il calcio d'inizio, e poco prima del via episodio piuttosto desolante durante il minuto di silenzio dedicato alla memoria di Giorgio Napolitano e Giovanni Lodetti: il manipolo di tifosi veronesi al seguito dell'Hellas intona un coro di sostegno alla propria squadra nel silenzio dello stadio, che per tutta risposta copre di fischi l'iniziativa.

In campo, dopo un tiro largo del Verona, all'8° il Milan è già in vantaggio: penetrazione centrale di Leao che si incunea tra Magnani e Dawidowicz e batte Montipò in uscita con un diagonale chirurgico. E' sostanzialmente la prima vera emozione di una partita che nelle sue prime battute vive di equilibrio.

Al 21° però il Verona ha l'occasione di pareggiare: proprio Folorunsho, che aveva perso la palla sanguinaria dello 0-1, colpisce di testa trovando Sportiello bravo a deviare con la mano sinistra. Poco dopo primo giallo dell'incontro a carico di Thiaw, ma nessuna nota di rilievo se non qualche sortita offensiva del Milan dalle parti di Montipò nessuna delle quali si tramuta in occasioni degne di nota. 

Al 41° primo giallo anche per il Verona all'indirizzo di Faraoni che stende Florenzi. La partita non brilla per intensità né occasioni, il Milan rischia poco o niente e chiude il primo tempo dopo due minuti di recupero in sostanziale controllo. Massimo risultato con il minimo sforzo. 

Baroni inizia la ripresa togliendo l'ammonito Faraoni e inserendo Bonazzoli, Pioli rimette in campo gli stesi effettivi del primo tempo. Il Verona pare prendere più coraggio nello spingersi dalle parti di Sportiello, il neo entrato Bonazzoli prima si fa subito ammonire per un fallo su Pulisic e poi calcia verso la porta del Milan con l'estremo difensore rossonero che blocca senza patemi. 

Leao al quarto d'ora avrebbe una chance di calciare da dentro l'area dopo un'altra delle sue proverbiali falcate, ma la sua conclusione viene respinta. Il Milan ha in Pulisic l'anello debole: l'americano perde sovente palla, non ha spunto ed è più a terra che in piedi. 

Pioli effettua i primi cambi al 19°, ma lui non è il prescelto per uscire: dentro Jovic, che fa il suo esordio in maglia rossonera, e Loftus-Cheek per Giroud e Krunic. Al 23° sospetto intervento da rigore su Giroud ma Maresca non ha il minimo dubbio e lascia prseguire. Al 26° finalmente Pulisic: il numero 11 si gira in area e calcia di sinistro trovando Montipò pronto alla respinta. Alla mezz'ora fuori Florenzi, applaudito da San Siro, e dentro Bartesaghi. Pulisic impreziosisce al contrario la sua giornata negativa beccandosi il giallo per un intervento su Folorunsho. 

Il Milan mano a mano diventa meno timido e a cinque dal termine è Musah a sfondare a destra scagliando un diagonale in porta che Montipò è ancora costretto a respingere. Al primo dei 6 minuti di recupero è Okafor (entrato al posto proprio di Pulisic) a mettere in mezzo un pallone che attraversa lo specchio senza che nessuno raccolga l'invito. Nel finale, è Jovic lanciato a rete a divorarsi il 2-0 venendo chiuso da Montipò che gli nega la gioia personale. Dopo l'intenso acquazzone del prepartita, su San Siro è spuntato il sole: se vogliamo, una metafora, dopo un derby da dimenticare. Il Milan si rialza e guarda al futuro con fiducia e soprattutto tre punti in più in classifica. 

 

 

 

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